una idea di Autonomia
Salve, propongo alla discussione dei cittadini della provincia alcuni spunti di discussione sulle tematiche dell’autonomia. In queste righe di fantasia ipotizzo che stia per costituirsi in provincia di Sondrio un movimento autonomista, trasversale rispetto alla società civile e autonomo dagli odierni schieramenti partitici. Il nascente movimento si sta interrogando intorno ai propri obiettivi e alla propria identità, cercando nello stesso tempo di informare e stimolare un dibattito costruttivo nelle comunità territoriali. UNA IDEA DI AUTONOMIA (LIBERO ADATTAMENTO ALLA REALTA’ DELLA PROVINCIA DI SONDRIO DELLE IDEE DEL MOVIMENTO AUTONOMISTA DELLA PROVINCIA DI BELLUNO) FONTE Non dovrà essere un movimento reazionario, nostalgico, che vorrebbe ritornare al passato. Non amiamo le piccole patrie, le ideologie del piccolo villaggio autonomo ed isolato dal mondo che spaventa. Non vogliamo riconoscerci nel folklore locale o perché indossa costumi o parla un dialetto, non ci sentiamo speciali e superiori agli altri cittadini di altri paesi e nazioni. Siamo, invece radicati e affezionati alla nostra storia, non ci vergognamo di quel che siamo. Il movimento sarà aperto al mondo, accetterà le sfide del presente, sa che l’identità è un elemento che si costruisce e trasforma giorno dopo giorno operando insieme agli altri. Non dovrà essere un movimento secessionista. Il secessionismo rivendica un’autonomia totale e un ordinamento indipendente. Quello di cui ha bisogno la Provincia è di rimanere inserita saldamente nell’ordinamento dello stato Italiano e in un ordinamento regionale attento alle dinamiche evolutive montane. L’autonomia non sarà la soluzione di tutti i problemi, non ci renderà migliori di quel che siamo. Sarà solo uno strumento politico-amministrativo che ci permetterà di intervenire sulle dinamiche evolutive delle nostre comunità. Potere che ora riteniamo di avere solo in modo parziale ed insufficiente. Non avremo bisogno dell’autonomia per proteggerci, per isolarci, ma per vivere, per innovare, per investire, per creare un futuro alle nostre comunità. Sappiamo bene che gli immigrati ci sono molto utili e non abbiamo nulla contro la loro presenza, non temiamo di perdere identità aprendoci al mondo: queste persone devono essere trattate come cittadini dotati di diritti e di doveri. Sappiamo di essere pochi e debolissimi per poter ottenere risultati importanti. Ma la risposta a queste giuste perplessità è: dobbiamo perdere l’identità e lasciarci morire per non disturbare e infastidire i politici locali, regionali e Statali? Vorremmo che i cittadini delle diverse comunità territoriali potessero ragionare e venire coinvolti da subito sui temi dell’autonomia e sul futuro della nostra Provincia. Per questo in futuro faremo sentire le nostre ragioni pur rispettando quelle altrui. Le diverse opinioni non ci spaventano. La pigrizia intellettuale intorno ai temi dell’autonomia induce molti a pensare che questo movimento possa essere o diventare una variante del secessionismo, dell’indipendentismo, della rabbia apolitica contro istituzioni e leggi. E se fosse diverso? Si potrà benissimo contrastare la nostra iniziativa ma andremo valutati per quel che siamo e per quel che faremo. Nessuno può dire oggi se potrà nascere questo movimento, né come sarà domani la nostra Provincia.. Da parte nostra non c’è alcuna presunzione. Sappiamo che le nostre proposte non saranno facilmente realizzabili, ciò nonostante proveremo a portarle avanti . Iniziamo a parlarne e a confrontarci. Pensiamo però che ogni giorno passato senza agire, senza reagire, nella rassegnazione e nell’ignavia sarà da considerare una sconfitta e un’umiliazione.Cordiali SalutiDelebio 23 novembre 2011Luca Vitali (privato cittadino)lucavitali.altervista
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Data: 23/11/2011
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25/11/2011, 15:49 una idea di Autonomia (3)
Nell’attesa che i Consigli Comunali della provincia di Sondrio si esprimano sul riconoscimento dello “Status di territorio interamente montano”… … nell’attesa che qualcuno ci spieghi cosa significhi a livello Costituzionale questo status… …nell’attesa di sapere a quali cambiamenti legislativi e Statutari (cambiamento dello Statuto della Regione Lombardia) porterà questo iter affinché i benefici derivanti dallo status possano dirsi concretamente raggiunti… …nell’attesa …ricordiamoci che esiste un Disegno Di Legge Costituzionale per l’abolizione delle Province: RELAZIONE ILLUSTRATIVA AL DDL COSTITUZIONALE SULLA SOPPRESSIONE DEGLI ENTI INTERMEDI (approvato dal governo in data 8/9/2011) Il presente disegno di legge costituzionale ha come obiettivo la soppressione del livello di governo provinciale nella sua attuale configurazione. Al tal fine, l’articolo 1 sopprime il riferimento alla Provincia ovunque esso ricorra nel testo costituzionale. Tuttavia, la realtà istituzionale italiana si connota per l’esistenza di una miriade di piccoli e medi Comuni: una generalizzata soppressione di un ente territoriale intermedio senza contestualmente disciplinare il “destino” delle funzioni da esso svolte comporterebbe una situazione di obiettiva difficoltà istituzionale. Si tenga conto, infatti, che, in alcuni casi, le Province hanno dimensioni territoriali maggiori di quelle di alcune Regioni: una soppressione sic et simpliciter potrebbe paralizzare l’esercizio delle funzioni c.d. di “area vasta”, le quali rimarrebbero sospese fra il livello regionale e quello comunale. Il governo dell’area vasta è uno dei principali problemi politici ed istituzionali che tutti gli ordinamenti occidentali si trovano a dover affrontare: non a caso, il diritto comparato ha messo in luce la varietà di soluzioni istituzionali elaborate e la difficoltà di trovare equilibri stabili in tale ambito. Alla luce di ciò, il disegno di legge costituzionale attribuisce alla responsabilità delle singole Regioni il compito di disciplinare le modalità di esercizio delle funzioni di area vasta, tenendo conto dei connotati particolari del proprio territorio. Ad esempio, dovranno essere considerati indici quali l’assetto istituzionale (numero dei Comuni), la densità di popolazione, gli aspetti morfologici e fattori socio-economico. In linea generale, il disegno di legge costituzionale stabilisce che le funzioni c.d. di area vasta siano esercitate mediante una forma associativa fra Comuni e non un nuovo livello di governo intermedio. Tali forme associative non sono dotate di autonoma protezione costituzionale ai sensi dell’articolo 114 della Costituzione. Al contrario, esse sono il frutto dell’associazione di più Comuni i quali, secondo un ordinamento che sarà stabilito con legge regionale, esercitano una serie di funzioni riconducibili alla c.d. “area vasta” (quali, ad esempio, viabilità, sviluppo economico e sociale, smaltimento rifiuti, gestione delle risorse idriche, ecc.). Il governo di “area vasta”, quindi, non è, nella maniera più assoluta, una riedizione delle soppresse Province: esso costituisce una novità istituzionale che comporterà notevoli benefici. L’istituzione di tali associazioni all’interno del territorio regionale conseguirà due obiettivi strategici, in questa fase: da un lato, si produrrà una significativa riduzione delle spese, per effetto della soppressione degli apparati politici e di quelli burocratici delle Province attuali; dall’altro, sarà possibile ricorrere ad un modulo organizzativo e funzionale più flessibile ed efficace, non più legato alle storiche (e, talora, anacronistiche) circoscrizioni provinciali, ma commisurato alle reali esigenze dei territori regionali. Nel complesso, dunque, il superamento definitivo del livello di governo provinciale avviene senza smarrire le peculiarità dovute all’esercizio di funzioni di area vasta ma con la forte determinazione di eliminare e semplificare notevolmente il panorama istituzionale della Repubblica, anche tramite una razionalizzazione della presenza degli uffici periferici dello Stato su tutto il territorio nazionale. Inoltre, l’intervento normativo di rango costituzionale riguarda anche la semplificazione complessiva dell’amministrazione regionale, imponendo alle Regioni di sopprimere (ove esistenti) enti, agenzie ed organismi, comunque denominati e proibendo di istituirne di nuovi al fine di svolgere funzioni di governo di area vasta, sovrapponendosi con altre forme associative. L’articolo 1 sopprime, ovunque ricorra, il riferimento alla Provincia, quale ente costituente la Repubblica. L’articolo 2 integra l’articolo 117, quarto comma, della Costituzione, rimettendo alla legge regionale, adottata previa intesa con il Consiglio delle autonomie locali, l’istituzione sull’intero territorio regionale di forme associative fra i Comuni per l’esercizio delle funzioni di governo di area vasta. Sempre alla legge regionale spetta stabilire gli organi di governo, le funzioni e la legislazione elettorale. L’articolo 3 contiene disposizioni finali e transitorie. Si prevede che le Regioni dispongano di un anno per l’attuazione di quanto previsto all’articolo 2. La forma associativa entrerà a regime, nelle singole Regioni, a decorrere dalla cessazione del mandato amministrativo provinciale in corso alla data di scadenza del termine annuale stabilito dall’articolo 3, comma 1, determinando l’estinzione della Provincia stessa. In caso di inerzia regionale, la Provincia, sempre a decorrere dalla cessazione del mandato amministrativo provinciale in corso alla data di scadenza del termine annuale, è soppressa ed i Comuni che ne fanno parte sono costituiti ope legis in unione di comuni per lo svolgimento di funzioni di area vasta. Resta ferma, in ogni caso, la possibilità per la Regione di intervenire con propria legge per istituire le forme associative previste dall’articolo 2. Al comma 4 si prevede che le Regioni sopprimano gli enti, le agenzie e gli organismi, comunque denominati, che svolgono funzioni di governo di area vasta: tali funzioni, infatti, spettano alle forme associative istituite con legge regionale ovvero alle unioni di comuni istituite ai sensi dell’articolo 3, comma 2. Le Regioni, in ogni caso, non possono istituire enti, agenzie ed organismi, comunque denominati, al fine di svolgere funzioni di governo di area vasta: tali funzionidebbono essere esercitate mediante le forme associative istituite con legge regionale. Il comma 5 stabilisce che, entro sei mesi dalla data di entrata in vigore della legge costituzionale, lo Stato provveda all’adeguamento della disciplina concernente l’autonomia finanziaria e tributaria di Regioni e Comuni. Il comma 6 stabilisce l’applicabilità delle disposizioni della legge costituzionale alle Province delle Regioni a statuto speciale, fatta eccezione per quelle autonome di Trento e di Bolzano. Il comma 7 rimette alla legge dello Stato la razionalizzazione della presenza dei propriorgani periferici, adeguandola alle determinazioni delle leggi regionali. Il comma 8 prevede che dalla attuazione di quanto previsto dalla legge costituzionale debba derivare, in ogni Regione, una riduzione dei costi complessivi degli organi politici e amministrativi. Nell’attesa …ricordiamoci che siamo ancora in tempo a fare qualcosa! |
lucavi
Autore dal 29/10/2011
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25/11/2011, 15:47 una idea di Autonomia (2)
La storia autonomistica in provincia di Belluno Forse non tutti sanno che in provincia di Belluno, che è una provincia del Veneto, una regione a statuto ordinario come la Lombardia, è nato da pochi anni un movimento che persegue l’autonomia. Autonomia della provincia mediante l’utilizzo di strumenti legali e garantiti costituzionalmente dall’articolo 132 della nostra Costituzione , che recita al comma 2: Si può, con l’approvazione della maggioranza delle popolazioni della Provincia o delle Province interessate e del Comune o dei Comuni interessati espressa mediante referendum e con legge della Repubblica, sentiti i Consigli regionali, consentire che Provincie e Comuni, che ne facciano richiesta, siano staccati da una Regione ed aggregati ad un’altra. Autonomia che prevede l’utilizzo dello strumento referendario per fare in modo che la provincia di Belluno si stacchi dalla regione Veneto per aggregarsi alla regione autonoma del Trentino Alto Adige, la quale è già composta da 2 province autonome, Trento e Bolzano. Questo movimento è riuscito a raccogliere oltre 16000 firme per sollecitare l’Ente Provincia a farsi carico dell’indizione del referendum. Infatti è assolutamente necessaria la delibera del Consiglio Provinciale interessato al distacco, nella quale sia chiarita l’espressa volontà di essere staccati una regione per essere aggregati ad un’altra. L’11 gennaio 2011 vi è stato il consiglio provinciale, il cui verbale vi propongo di leggere integralmente ( http://bellunoautonoma.dolomitiregione/doc/verbale-consiglio-provinciale-di-belluno-del-11-01-2011.pdf ) affinchè possiate ricercare possibili analogie con la provincia di Sondrio. …Se vi state appassionando al racconto e voleste sapere come stanno andando le cose vi consiglio di visitare il sito del movimento bellunoautonoma.dolomitiregione Mi sembra in conclusione di aver capito da tutto questo che se c’è qualcuno che crede veramente nel progetto autonomista in provincia di Sondrio debba : · iniziare a informarsi e a confrontarsi con coloro che hanno già esperienza autonomistica in merito · confrontarsi umilmente con tutti sulle idee autonomiste · organizzarsi sul territorio in modo democratico e partecipato · iniziare a promuovere e ad organizzare una consultazione sul territorio con l’obiettivo di capire come la pensano i suoi abitanti · porre le basi per la costituzione di un movimento con un programma politico-amministrativo con il quale candidarsi alle prossime elezioni provinciali per concretizzare nelle sedi Istituzionali le idee autonomiste…ammesso e non concesso che che la Provincia di Sondrio esista ancora tra qualche anno. |
lucavi
Autore dal 29/10/2011
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24/11/2011, 17:07 Politica attiva
E’ molto positivo che anche in provincia di Sondrio ci siano persone come lei, Luca Vitali e che soprattutto ha tanta voglia di fare politica per il bene della sua terra. Le zone di montagna a volte soffrono un po’ più delle altre, anche per i pochi abitanti che quindi contano poco quando si deve ragionare di numeri, politicamente parlando, a livello nazionale. La montagna ha bisogno di persone attive; uno spiccato senso civico, che sta un po’ "soffrendo" in Italia, deve davvero tornare nelle priorità dell’agenda di tutti. L’allontanamento dalla politica, di quelli che dicono, per esempio, "io non voto" si sta facendo sentire, mentre è giusto che la gente torni ad interessarsi delle questioni che toccano da vicino l’Italia, con il suo mare, le sue città d’arte, le sue pianure e le sue montagne. Un paese meraviglioso che ha bisogno di più energie. Vedo con ottimismo quando leggo articoli propositivi come i suoi, che non vogliono altro che "risvegliare le coscienze", e di questo si sente davvero il bisogno. Cordiali saluti. |
cristina culanti
Autore dal 29/10/2011
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24/11/2011, 00:05 EWWIWA
SONO CONTENTA DI LEGGERE CHE IL CONCETTO DI AUTONOMIA DEI POPOLI, PRENDA PIEDE UN PO` OVUNQUE! E` NECESSARIO CHE TUTTI I POPOLI CHE FANNO PARTE DI QUESTA "REPUBBLICA DEL CALZINO SPAIATO", RIACQUISTINO UNA LIBERTA` CHE CONSENTA A TUTTI LA STIMA RECIPROCA! ROMA CI STA STRETTA! E LEGGENDO IN GIRO SU FB MI RENDO CONTO CHE STA STRETTA A TUTTI, PERCHE` TUTTI SENTONO IL MORSO CHE FRENA,E NESSUNO DI NOI VUOLE ESSEE L’ASINO O IL MULO A CUI METTERE IL MORSO! ROMA CI SUCCHIA IL SANGUE, ROMA E` UN VAMPIRO MAI SAZIO, ROMA E` UN POZZO SENZA FONDO CHE SI NUTRE DELLA LINFA VITALE DEI POPOLI, COSI COME FACEVA QUALCHE MILLENNIO FA! IL GIOCHINO E` SEMPRE LO STESSO, IL METODO DEL "DIVIDE ET IMPERA" CONTINUA A DARE I SUOI FRUTTI DA SEMPRE E COME SEMPRE! NON FANNO CHE METTERCI GLI UNI CONTRO GL ALTRI, E TUTTI NOI POLLI, CADIAMO NELLA TRAPPOLA. SE CI PENSATE BENE, CHE COSA VI HANNO PROMESSO E CHE COSA VI HANNO DATO? E QUELLO CHE PRODUCETE A CHI VA? AL SUD E ALLA SICILIA? E NE SIETE PROPRIO COSI` SICURI? E NON VI VIENE IL DUBBIO CHE INVECE TUTTA QUESTA IMMENSA MOLE DI DENARO DI TASSE VADA A FINIRE NELLE LORO TASCHE? NESSUNO DI VOI SE LO CHEDE? NESSUNO RIESCE A SPOGLIARSI DAI PREGIUDIZII SAPIENTEMENTE INDOTTI E CHIEDERSI, CUI PRODEST? CUI PRODEST? A CHI GIOVA TUTTO QUESTO? CI HANNO INSTILLATO UN ODIO PROFONDO GLI UNI CONTRO GLI ALTRI, TRANNE POI FORZATAMENTE INNEGGIARE ALL’UNITA`! MA SE COSI FOSSE, SE VERAMENTE SI FOSSE VOLUTA UNA ITALIA UNITA, NON CREDETE VOI CHE SI SAREBE DOVUTO CERCARE CON OGNI MEZZO, E DICO OGNI MEZZO DI FAVORIRE IL RISPETTO DI TUTTI I POPOLI CHE SAREBBERO DIVENTATI ITALIA? E PERCHE` NON LO SI E` FATTO? VI PARE CHE SI SIA FATTO SERIAMENTE QUALCOSA PER FAVORIRE L’INTEGRAZIONE? AVREMMO POTUTO VERAMENTE ESSERE UNO STATO "FELICE", MA L’ODIO E IL PREGIUDIZIO HANNO CORROSO LE MENTI E IL CUORE! BISOGNA NECESSARIAMENTE RIPRENDERE LE REDINI DELLA PROPRIA IDENTITA`E CON ESSO RIAPPROPRIARSI DEL RISPETTO CHE MERITA OGNUNO DI NOI COME POPOLO E SINGOLARMENTE INTESI .... E CAPIRE CHE IL NEMICO NON SONO I POPOLI DELL’EST O DEL NORD EST O DEL SUD O DELLA SARDEGNA O DELLA SICILIA, OGNUNO DI QUESTI POPOLI E` DIVERSO E OGNUNO HA UNA DIVERSA CULTURA E VA RISPETTATO NELLA SUA DIVERSA SPECIFICITA`! IL PROBLEMA E` ROMA CON LA SUA FAME, LA SUA INGORDIGIA , LA SUA VORACITA`, I SUOI INTRALLAZZI, LA SUA CORRUZIONE, LE SUE LEGGI DI COMODO, IL SUO MODO DI GOVERNARE E DI GESTIRE IL POTERE! E` ROMA CHE STA DISTRUGGENDOCI TUTTI ...... SVEGLIAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA |
la iena
Autore dal 29/10/2011
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23/11/2011, 21:12 Bene
Finalmente qualcuno che tiene davvero alla sua terra! bravo. nessuna presunzione, come dici siamo pochi e debolissimi, "Non avremo bisogno dell’autonomia per proteggerci, per isolarci, ma per vivere, per innovare, per investire, per creare un futuro alle nostre comunità. Sappiamo bene che gli immigrati ci sono molto utili e non abbiamo nulla contro la loro presenza, non temiamo di perdere identità aprendoci al mondo: queste persone devono essere trattate come cittadini dotati di diritti e di doveri", condivido. avanti tutta! |
la iena
Autore dal 29/10/2011
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