Una pensione di 500 euro e UN CENTESIMO
Mi appresto a cercare la foto di un centesimo di euro in Internet e mi imbatto nella notizia che un agricoltore di Rovigo si è scordato di versare un centesimo all’Inps e dovrà pagare 6mila volte tanto. Il giornalista la definisce “una sanzione folle”, perché in un paese civile “ogni pena dovrebbe essere stabilita in maniera proporzionale o progressiva rispetto all’entità del reato commesso”. Definire reato il mancato versamento di un nichelino fa suscitare soltanto grosse risate, fa notare chi scrive e lo stesso importo come aumento di una pensione di 500 euro scatena la stessa ilarità. Non sapeva se ridere o piangere il cittadino di Mazzo di Valtellina che ieri mi ha chiamata per comunicarmi che a sua moglie lo Stato italiano ha deciso un aumento di un centesimo sulla pensione d’anzianità. Sorrideva il marito di F. A.; uno di quelle risate sottotono, malinconiche, di chi ormai si è abituato a tutto ma vuole ugualmente fare gli auguri “a quei bamboccioni”… “Una presa in giro”, ha definito l’uomo l’aumento di pensione della moglie; un insulto, si potrebbe aggiungere, a chi ha lavorato e ora si vede riconoscere una pensione di 500euro e un centesimo di aumento. “Me lo scrive un articolo?”, mi chiede, come se davvero volesse comunicare a più persone una situazione ridicola. “Certo”, rispondo, “e faccia anche gli auguri a quei bamboccioni”, mi ripete. Io riattacco il telefono e penso che, davvero, ci stiamo abituando a tutto, ma la voglia di denunciare sottovoce ciò che si sente come un torto subito non svanisce, quasi fosse l’unico modo per “sopravvivere”.
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