VALGEROLA: BITTO STORICO protagonista a CHEESE 2013
Un premio al "merito della resistenza casearia" a Mosè Manni, decano dei produttori storici, che ha in attivo oltre 70 stagioni d’alpeggio di Michele Corti Dal 20 al 23 settembre si è svolta, come avviene ormai da molti anni con cadenza biennale, Cheese 2013, la più importante fiera internazionale dei formaggi che trasforma le vie del della tranquilla cittadina del basso Piemonte in un brulicare di operatori, esperti e amanti del formaggio provenienti da tutto il mondo. Come ormai avviene da diverse edizioni a questa parte il Consorzio per la salvaguardia del Bitto storico ha giocato un ruolo da protagonista, promuovendo non solo quello che è considerato dai massimi esperti del settore il "re dei formaggi" ma anche il territorio delle Orobie, la Valtellina e la Valbrembana. Anche quest’anno un evento in particolare ha rappresentato un meritato riconoscimento per il Bitto storico. Nella giornata di venerdì 20, a Mosè Manni, classe 1933 - con oltre 70 stagioni di d’alpeggio e ancora oggi caricatore dell’Alpe Trona Soliva - è stato conferito Il Premio della Resistenza Casearia, ritirato davanti ad un gremito pubblico dalla emozionata ventitreenne nipote Lucia, che ogni anno segue il nonno in alpeggio per aiutarlo nel suo duro mestiere. Presso la Banca del Vino dell’Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo si è svolta la degustazione Valtellina in Verticale. Tutto esaurito per un evento unico nel suo genere, che ha visto la partecipazione esperti del settore di tutto il mondo. Sono state loro presentate 6 annate di Bitto Storico (2011, 2010, 2008, 2007, 2005, 2002) in abbinamento ad altrettanti Valtellina Superiore e Sforzato di cinque storiche aziende della valle. La degustazione guidata da Paolo Ciapparelli, responsabile del Consorzio per la salvaguardia Bitto Storico, e da Michele Forni, responsabile del Consorzio dei Vini di Valtellina. Ma il Bitto storico guarda anche alle altre produzioni del territorio. All’ Arca del Gusto, ovvero l’arca dei formaggi da salvare, è stato portato dal Consorzio Salvaguardia Bitto Storico il Matusc’, formaggio tradizionalmente prodotto durante la transumanza verso gli alpeggi delle Valli del Bitto che, un tempo, prevedeva periodi di "tappa" primaverile e autunnale nei maggenghi. Oggi la monticazione avviene spesso direttamente dal fondovalle con mezzi a motore e così il Matusc’ rischia l’estinzione (un articolo a riguardo è stato pubblicato sul quotidiano la Stampa in data 22 settembre). Alla manifestazione era presente anche la Pro Loco di Gerola Alta che, con un gruppo di volontari in costume, ha mostrato al pubblico all’esterno del calèc’ appositamente allestito gli antichi mestieri: la filatura della lana e il lavoro dei mastri falegnami. Anche dal punto di vista commerciale il successo è stato pieno con un confortante "tutto esaurito" per il Bitto Storico. Tra le vendite da segnalare quella di 2 forme di 10 anni vendute a 100€ al chilo e andate oltralpe, acquistate da operatori francesi (che in fatto di ottimi formaggi se ne intendono).
|